Il torneo di tennis Open degli Stati Uniti chiude ogni anno i tornei grande Grande Slam: scopriamo le caratteristiche di questa competizione che negli anni ha acquisito sempre maggior importanza, passando dall’essere un classico evento esclusivo a una dimensione totalmente internazionale.
Breve storia degli US Open
Il torneo è nato alla fine del XIX secolo come una manifestazione riservata al divertimento della high class americana. Col tempo il suo bacino si è progressivamente allargato attirando l’attenzione dei più importanti tennisti al mondo e diventando un appuntamento imperdibile nel circuito dello Slam, dando vita ad autentiche battaglie tennistiche tra alcuni dei tennisti più forti di sempre.
Dove e quando si gioca
Da oltre 40 edizioni gli US Open si disputano a New York, sui campi di Flushing Meadows, nel centro intitolato a Billie Jean King, su superficie in cemento. A lungo l’utilizzo di questa copertura è stata un’esclusiva del torneo americano (in passato si è giocato sull’erba e, solo per tre edizioni, su una speciale terra battuta di colore verde), con caratteristiche di rimbalzo e velocità del tutto peculiari, che hanno esaltato le prodezze sportive di molti atleti moderni. Le date riservate alla competizione oscillano fra gli ultimi giorni di agosto e la prima metà di settembre.
Come si svolge il torneo US Opens
Gli US Open prevedono gare per tutti i tipi di competizione, sia maschile sia femminile. Oltre ai tornei di singolare e doppio quindi si disputano a Flushing Meadows anche le sfide della categoria junior, degli atleti con vario grado di disabilità, oltre a un doppio riservato ai campioni del passato. Si gioca al meglio dei 5 set nelle categorie maschili, al meglio dei 3 in quelle femminili; il torneo di singolare prevede sette turni di gioco, finale compresa, uno in meno si disputa nelle varie categorie di doppio. Il tabellone principale viene formato a partire dalle teste di serie, scelte in base al ranking della settimana precedente al torneo. Per accedervi si può contare sull’ottenimento di una wild card oppure giocare tre turni di qualificazione; è prevista anche, in caso di infortunio o rinuncia di atleti già qualificati, la possibilità di ripescare dei lucky losers (ossia giocatori formalmente eliminati ma che in base al proprio rendimento e alla graduatoria di riferimento vengono riammessi nel tabellone).
Il montepremi degli US Open
Degna chiusura del Grande Slam, l’Open degli Stati Uniti è anche il torneo che attualmente elargisce il montepremi più ricco. L’edizione 2018 ha pagato un totale di 53 milioni di dollari (ben oltre i 45 milioni di euro): giusto per intendersi, ai vincitori del singolare sono andati 3,8 milioni di dollari, ai semifinalisti quasi 1 milione; alle coppie che si sono affermate nel doppio 750mila dollari. A far gola agli atleti ovviamente ci sono anche i punti che si possono guadagnare nel ranking: 2000 quelli che ottengono i vincitori, 1200 i finalisti nel maschile, 1300 le finaliste nel femminile.